Nell'ombra e nella luce, il genio di D'Annunzio
Quante mogli ha avuto Gabriele d’Annunzio? Quanti amori? Eleonora Duse è mai venuta al Vittoriale? È vera la storia delle costole? D’Annunzio soffriva di priapismo? Era omosessuale o bisessuale? Dove è sepolto? Come hanno trasportato la Nave Puglia al Vittoriale? Cosa significa Vittoriale? D’Annunzio era fascista? Era massone?
La vita, le passioni e l'incredibile eredità del Vate
Queste sono solo alcune delle domande che ci hanno fatto i visitatori che abbiamo accompagnato in questi anni alla scoperta del Vittoriale degli Italiani e della figura di Gabriele d’Annunzio.
Se almeno una volta vi siete posti anche solo uno di questi quesiti e non avete trovato una risposta che vi abbia soddisfatto, non esitate a scriverci e a prenotare la vostra visita guidata personalizzata.
Per comprendere davvero il Vittoriale bisogna conoscere la complessa e unica figura di Gabriele d’Annunzio. Chi è stato davvero il Vate? Un poeta, giornalista, scrittore, drammaturgo, soldato, patriota, ma anche quello che oggi – in modo assolutamente riduttivo – potremmo definire un “influencer”. Mentre era in vita, era l’italiano più famoso all’estero. Di lui si è detto e scritto di tutto e il contrario di tutto. Di una cosa si può essere certi: non lascia nessuno indifferente. Uomo dalle forti passioni e pulsioni, dai gesti folli, non ha certamente sprecato un sol giorno della sua esistenza, mettendo davvero in atto una delle frasi più celebri e belle della sua produzione che possiamo leggere ne “Il Piacere”: “Fare della propria vita come si fa un’opera d’arte”
D’Annunzio è nato a Pescara il 12 marzo 1863, ha lasciato presto la città natale per frequentare il severo collegio Cicognini a Prato. Dopo essere rientrato in Abruzzo negli anni del liceo, si trasferì a Roma iscrivendosi all’Università che però non portò a compimento. Ciò che era solito frequentare nella capitale era l’alta società, lui che non era nobile. Fu così che si innamorò della duchessina Maria Hardouin di Gallese. I due si sposarono nel 1883 ed ebbero tre figli maschi. Pur mantenendo con Maria un fortissimo legame, i due si separano. Tra tutti gli innumerevoli amori e le frequentazioni del poeta, uno su tutti viene ricordato: la liason con la grande attrice di teatro Eleonora Duse. Poco dopo la fine di questa complessa relazione, il poeta lasciò l’Italia per un esilio volontario in Francia per sfuggire ai creditori e dove rimase dal 1910 al 1915. Interventista convinto, rientrò in Italia in tempo per tenere il suo celebre discorso con cui chiedeva al suo paese di entrare in guerra e lui stesso partecipò in prima persona con azioni che ebbero (e ancora hanno) una grande risonanza: dalla Beffa di Buccari nella notte tra il 10 e l’11 febbraio del 1918, al Volo su Vienna del 9 agosto di quello stesso anno. Anche finita la guerra non sembrò trovare pace, parlò di “Vittoria Mutilata” perché diverse terre non vennero concesse all’Italia dalla Conferenza di Versailles. E fu così che tra l’11 e il 12 settembre del 1919, a capo di più di 2.000 “legionari” occupò la città di Fiume (l’odierna Rjieka) e si autoproclamò governatore dando vita ad una modernissima costituzione “La Reggenza del Carnaro”. Per evitare una crisi internazionale, venne inviato l’esercito italiano per allontanarlo da Fiume: è quello che il poeta-soldato definì “il Natale di sangue”.
Ed è così che deluso e amareggiato, sentendosi tradito, decise di vivere gli ultimi anni in una sorta di esilio dorato a Gardone Riviera, sul lago di Garda, dando vita a quel luogo unico al mondo che chiamò Vittoriale degli Italiani.
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